Allattamento: il cerchio delle parole dei papà

Scritto da il 26 mag, 2011 in Allattamento: il valore dell'esperienza | 0 commenti

Ritrovarsi, scoprire che ci sono altri babbi che vivono un’esperienza simile, che ce la mettano tutta per essere migliori, bravi papà e bravi compagni che desiderano essere protagonisti della nascita, della cura e della crescita del proprio bambino e della propria bambina,  ri-scoprendo l’intimità dello stare insieme, di partecipare, di collaborare, di condividere. Il clima che si è creato in questo incontro ha facilitato la voglia e la possibilità di esprimersi, di raccontare e raccontarsi, immersi in  un’atmosfera sciolta e fuori da ogni pregiudizio. Normalmente, le donne sono più inclini a parlare, a dire di sé. Bene, in questo incontro i papà ci hanno generosamente regalato pezzi di storia personale, con un crescendo che ha fatto piacere a noi e, soprattutto, penso, a loro.

 

Uno dei ricordi più forti è stata LA MERAVIGLIA con cui hanno affrontato l’evento nascita e il periodo dell’allattamento. Quei momenti così speciali che hanno trasformato la vita di coppia facendo scoprire nuovi aspetti dell’universo del femminile con cui mettersi alla prova e, chissà, avere anche un po’ di invidia. In effetti, sembra quasi che questi momenti racchiudano in sè un senso di mistero sulle cose della vita, impegnando tutti in maniera molto intensa. La donna, all’inizio, è al centro di questo quadro, con il suo corpo, con il suo seno. Nei primi mesi il legame di attaccamento che la lega alla sua bambina e al suo bambino è forte ed indissolubile, ed ha bisogno di protezione, di condivisione, di supporto e di consenso. Forse non tutto si può spiegare o prevedere, ma è certo che prepararsi, riflettere, informarsi, confrontarsi fa sentire più forti e consapevoli, per non rimettersi al caso o ai luoghi comuni, riconoscendosi attivi sulle scelte da fare. Anche l’incontro di oggi è un’occasione di questo tipo, rappresentando la domanda emergente di condividere la crescita dei figli in luoghi sociali, dove incontrare altri genitori e persone esperte. Per non sentirsi soli, per arricchirsi dell’esperienza degli altri.

 

Un altro argomento di grande interesse comune è stato proprio il COINVOLGIMENTO EMOTIVO del padre durante le fasi dell’allattamento, compreso quelle finali, quando può diventare più difficile lasciare la puppa, accettare nuove abitudini, nuovi modi di stare vicini, di sentirsi adeguati. Per alcuni l’allattamento ha rappresentato un momento di attesa, l’attesa del proprio ruolo, dell’interazione più profonda con la figlia, il figlio, dello sperimentarsi nelle semplici pratiche quotidiane di cura come addormentare, occuparsi del cibo… Insomma, di un fare paterno che si armonizza con quello della madre, inserendosi a pieno titolo nelle tappe evolutive della crescita e dell’educazione, godendo anche dei successi ottenuti nell’occuparsi dei figli. Successi a volte accompagnati da preoccupazioni di non farcela, ma anche dalla grande soddisfazione di riuscirci pur se in maniera diversa rispetto alla madre e forse, in alcuni casi, proprio perché diversa, più facilitata. La considerazione da fare è che la puppa può creare uno spazio tra padre e figlia/figlio, ma il tempo per accorciare questa distanza prima o poi arriva. All’inizio il padre ha una funzione più di cornice protettiva della coppia madre bambina/bambina, in seguito, tocca proprio a lui favorire la trasformazione di questo legame assoluto verso qualcosa d’altro, includendo la sua presenza, il proprio punto di vista, il suo esserci. Certo è che questo cammino ha bisogno di un suo procedere, includendo, tra l’altro, una disponibilità da parte della mamma a lasciar entrare in scena il papà, con i suoi metodi, i suoi ritmi, le sue decisioni.

 

La  discussione è andata avanti sulle DIFFERENZE di quando c’è una figlia o figlio solo. In questo caso il genitore si sente in una relazione unica, molto speciale. Tutto è più concentrato, forse anche più sereno. Con l’arrivo di una seconda bambina o bambino le cose cambiano, l’esperienza si ripete ma con sfaccettature assai diverse che devono tenere di conto di una molteplicità d’impegni, di un’esigenza in maggior misura pratica nella risoluzioni delle questioni, dei bisogni dei genitori che si trovano presi su più fronti… È la tematica dei fratelli e sorelle, dei dubbi di riuscire a fare bene per tutti, ma anche delle sicurezze che il genitore sente di guadagnare nell’esperienza della paternità.

 

Il lavoro della pittura ha appassionato tutti i nostri autori, tanto è vero che nel presentare la propria opera hanno scelto un titolo significativo per rappresentarla, come dare un nome alla propria creatura. O almeno, così mi è sembrato. Sicuramente realizzeremo una piccola mostra di questi elaboratori , che prendono un posto d’onore tra tutte le testimonianze che vanno ad arricchire il nostro libro.

 

L’orologio ci ha dato uno stop, altrimenti non ci saremmo fermati. Il ghiaccio ormai era rotto, e i pensieri scorrevano fluidi, come le emozioni e i sentimenti che salivano con forza  a galla e prendevano parola nei racconti. Quando i genitori possono narrarsi il tempo si dilata, la voglia di dire si amplifica, le domande irrompono, ascoltare e parlare si prendono a braccetto. Qualcuno avrà concluso “sono un bravo papà”, con una buona dose di stima personale ben meritata, altri si saranno chiesti “ma quanto si deve faticare?”, nella consapevolezza dell’ardito cammino del divenire genitori; altri ancora si saranno domandati “ quanti se e quanti ma continueranno a guidare questo cammino?”.  In realtà, proprio il tema del fare, del decidere, della responsabilità di essere genitori ha dato la linfa alla scambio di vedute ed ha aperto le porte ad una riflessione incrociata sui temi di essere genitori e padri dei bambini e delle bambine di oggi.  Riflessioni che mi hanno ispirato questa breve poesia presa da un libro titolato C’ero una volta. Racconti di vita e scenari del sé. Con affetto ed ammirazione la vorrei dedicare a tutti i papà presenti, ringraziandoli per la loro presenza e per le belle cose che hanno detto.

 

 

Nel labirinto del cuore

La rima vera

Non bacia l’amore

Ma quelle labbra indecise

Che raccontano il giorno

Con parole di sera

 

E in questo paesaggio scritturale di storie ognuno ha ragione della sua ragione . ogni storia ha ragione della sua storia, perché pretende ragione dai se……(L. M. Lorenzetti, 1998)

Tiziana Fustini

 

 
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